lunedì 21 febbraio 2011

Grazie Gilberto. Grazie Famiglia Benetton

È l'unica cosa che ci resta da dire ad una azienda che per oltre vent'anni ha profuso notevoli impegni economici nel nostro sport.
Benetton abbandona. Per mancanza di risultati e di interesse del pubblico.
Chi di dovere ne prenda atto. Mecenati di questo calibro non se ne trovano in giro e, soprattutto, in Italia.
Inquieta pensare che del mondo della pallavolo se ne parli solo nel momento di uno storico abbandono.
Adesso i riflettori , a distanza di qualche giorno, si sono già spenti. C'è qualcosa che comincia a non funzionare più nel nostro sistema?


9 commenti:

  1. Che dire... Treviso ha investito una valanga di soldi in questi anni..ed il Palaverde lo vedevi pieno solo nelle finali scudetto

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  2. Che dire .. ritengo che sia perchè comunque il denaro non può comprare tutto. Da sempre si è tentato di affezionare una città ad uno sport, ad un movimento, ma credo ciò sia indipendente dalla scelta della famiglia Benetton( Con il basket il palaverde era sempre pieno, eppure lasciano anche il basket n.d.r.)Chissà ...

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  3. Forse il fatto di puntare tutto sui settori govanili può aiutare a far sentire il movimento della pallavolo "più dei trevigiani". Si dice sempre che bisogna investire sui vivai e dare più spazio ai nostri giovani, magari tra qualche anno riavremo qualche squadra marcata Benetton in serie A ... staremo a vedere ...

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  4. Che dire!Sono anni che dalle giovanili della Sisley,che pure miete successi in campo nazionale,nessun atleta finiva in prima squadra.Come si può pretendere affezione da un pubblico che vede le scelte societarie passare sulla sua testa,ed in campo giocatori o decotti o che l'anno dopo non ci saranno più!!!!

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  5. Forse c'è di un po' di più che solo "qualcosa" che da tempo non funziona...
    Ci sono molte domande che attendono una risposta, ci sono storie belle da cui imparare, altre meno fortunate che ci dovrebbero comunque insegnare qualcosa, ma soprattutto c'è da fare un punto della situazione

    In tempo di crisi economica è lecito aspettarsi che qualcuno riveda i propri impegni sul fronte sponsorizzazioni: sinceramente fa un po' più specie chi si mostra affranto, chi vuol sembrare ingenuamente stupito e chi si finge in preda al panico per l'annuncio shock: "Benetton lascia!"

    Certo è che il gruppo trevigiano ha sempre rappresentato un'anomalia (intesa in senso positivo) nel panorama italiano dell'imprenditoria al servizio dello sport.
    Il caso del gruppo Benetton è un qualcosa di diverso da quello che - in stretto senso letterale - potrebbe essere inteso come "mecenatismo sportivo": dalla fine degli anni '80 (con netto e ampio anticipo su quelle che furono autentiche "meteore" del nostro movimento, vedi Fininvenst e Ferruzzi) il gruppo industriale di Treviso decise di INVESTIRE nella pallavolo, rilevando i diritti della gloriosa Antares di Vittorio Veneto, precorrendo abbondantemente i tempi dell'età d'oro del nostro sport. E per investire sappiamo cosa s'intende: far aumentare i capitali spesi mediante l'acquisizione di risorse, che nel caso del volley forse non potranno aver coperto gli sforzi finanziari profusi nel tempo, ma che dal punto di vista dell'immagine e dei risultati non hanno assolutamente bisogno di commenti. La polisportiva nata vent'anni or sono alle porte di Treviso ha introdotto nella storia del nostro paese un sistema di fare sport (che qualcuno abbrevia forse più efficacemente in sportsystem) a cui tutti guardano come un vero e proprio modello.

    Proviamo a lasciare da parte per un attimo le reazioni che si possono aver avuto "a caldo" dopo l'annuncio di villa Minelli e tentiamo di interrogarci sul senso che ha avuto questa bellissima avventura. Cerchiamo di dare il giusto peso al "Treviso non ha più fame" di Benetton, ai "segnali preoccupanti" di Meneghin e al finto stupore del "speriamo i Benetton ci ripensino" di Zaia e guardiamoci dritto negli negli occhi. Pensavamo veramente si trattasse di una favola senza fine, di una neverending story destinata a ripetersi all'infinito? Qualcuno di noi ci credeva davvero?
    Vi ricordate le code dal casello di Treviso Nord fino a Villorba per una normalissima partita di regular season dei primi anni 90 e le più recenti (e desolanti) serate "per pochi intimi" al Palaverde, magari per una semifinale scudetto? Qualcuno si è forse stracciato le vesti quando in A1 (forse in misura minore rispetto ad altri club) non si sono più visti i giovani talenti che qualche anno prima consumavano il taraflex della Ghirada? Oppure qualcuno pensava che questo mondo potesse sopravvivere indenne alla crisi economica, che si trattasse semplicemente di un periodo di flessione, di un'era buia dalla quale si sarebbe potuti uscire in fretta?
    C'è chi credeva sul serio che Benetton potesse permettersi 3 squadre di vertice in 3 sport che in Italia sono purtroppo considerati minori solo per "dar lustro al territorio", senza considerare poi come il territorio abbia risposto?
    Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere...

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  6. È mia personalissima opinione che Benetton faccia bene a lasciare intatto e anzi a rafforzare l'impegno nei settori giovanili di basket e volley. Se la mancanza di un'attività professionistica di vertice potrà comunque condizionare progetti e ambizioni, o allontanare ulteriori quote di interesse da parte del grande(?) pubblico, sono sicuro che non potrà minimamente far sbiadire quell'immagine che Treviso si è costruita ben oltre il ristretto ambito degli addetti ai lavori, un'immagine fatta di risultati, di una tradizione che ha prodotto una vera e propria cultura sportiva e che non potrà affievolirsi in quattro e quattrotto.
    Dall'esperienza di Treviso dobbiamo imparare che nemmeno con un sacco di soldi da spendere si ha la garanzia di una "navigazione tranquilla"; dobbiamo capire che senza qualche altro valore "a bordo", tipo la partecipazione piena e viva del territorio (e per territorio vanno intesi tutti gli attori privati e pubblici che vivono il loro ruolo in funzione della collettività) nessuna avventura è destinata a durare a lungo.

    Ma rilancio un interrogativo: ora spetta per forza a qualcun altro raccogliere il testimone che i Benetton hanno fatto correre (e correre forte) finora, sapendo che si tratterà di un'eredità piuttosto difficile da gestire, partendo comunque dalla consapevolezza che si tratta di un patrimonio che potrebbe essere molto oneroso da mantenere oppure 'sta benedetta pallavolo (e stavolta siamo in buona compagnia) potrà sopravvivere anche senza l'impegno professionistico, senza la vetrina del massimo campionato nazionale e addirittura delle competizioni continentali?
    In poche parole: su un dato territorio professionismo e promozione sportiva devono per forza andare a braccetto perchè si realizzi un'esperienza di livello? Solo con una "serie A" a far da traino è possibile creare interesse e alimentare campagne di attività sportiva? Forse ci troviamo di fronte una volta ancora a una domanda "vecchia come il mondo", ma sono sicuro che la risposta è "dentro di noi"; solo grazie alla somma di tutti i nostri vissuti nel mondo della pallavolo giocata riusciremo a trovare le risposte a queste questioni e a elaborare proposte e idee nuove per rispondere al cambiamento che - si sa - avviene nostro malgrado.

    Il tutto senza cedere ai falsi proclami pessimistici di chi si chiede se ci sia ancora spazio per lo sport nella nostra società e al netto dei dubbi che chiunque potrà più o meno lecitamente sollevare sugli intenti più o meno propagandistici del gruppo di Ponzano: rimane un po' più difficile da interpretare, infatti, il promesso potenziamento del sostegno al sociale e alle famiglie, ma questo non mi pare il luogo adatto per discutere di questi argomenti...

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  7. Sarò un idealista dell'altro secolo....
    Mi dispiace molto di più quando da queste parti scompare una società che fa giocare a pallavolo "persone normali" mentre il fatto che sparisca da queste zone una squadra di A1 maschile che fa giocare degli "extra-terrestri" mi lascia (quasi) indifferente.
    Penso che se qualcuno veramente lo vuole, può sempre andare a vedere queste, comunque esaltanti sfide ad alto livello, da altre parti, facendo solo qualche Km in più, così come fanno moltissimi, anche veneti, che seguono, da tifosi, le squadre di calcio più blasonate, sorbendosi trasferte pazzesche per vivere quella che per loro è una passione "vera".
    La parte mezza piena del bicchiere: questa ottima società continuerà a gestire le squadre giovanili, io perfino auspico che si libereranno gli spazi ora usati dai professionisti del volley e del basket, così magari spunterà qualche squadra giovanile femminile in più, contribuendo a rinforzare un movimento che nel Trevigiano non è proprio al top delle sue potenzialità e al tempo stesso dando anche al gentil sesso maggiori possibilità di fare pallavolo a Treviso città. Per questo a me il bicchiere sembra più pieno che vuoto... però ammetto che il fatto che in questi anni mi annoia vedere l'alto livello maschile influenza molto questa visione, effettivamente è solo una egoistica questione di gusti, ho amici in provincia di Treviso a cui piacciono solo le partite di massimo livello e prettamente del maschile.

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  8. Aggiungo, sono comunque d'accordo con un grazie ai Benetton perchè sono stati super-utilissimi anche alla diffusione del Volley.
    Diciamo che scritto in questi termini: "profuso notevoli impegni economici... Mecenati di questo calibro... storico abbandono..." mi sembra un pochino troppo ossequioso, esprimendosi in questi termini sembra si parli di un piccolo imprenditore che fa dei sacrifici per pura passione sportiva togliendosi qualcosa di ragguardevole dalla tasca propria per questo. Diciamo che la Benetton non è proprio la rappresentante di una delle tante "piccole imprese" del nord-est che hanno fatto e, nonostante la crisi, continuano a fare quello che possono per migliorare la qualità della vita (e la diffusione dell'attività sportiva la migliora) nel territorio. Ad imprese come la Benetton un grazie molto più sentito andrebbe detto da tutti quelli che hanno beneficiato del notevole miglioramento economico che la loro impresa ha anche ridistribuito nel territorio. Sinceramente penso che se fossero stati animati da pura passione sportiva non avrebbero "abbandonato per mancanza di risultati e di interesse del pubblico". Hanno tutte le loro buonissime ragioni per disinnamorarsi di qualcosa, ma, fin dal tempo della Formula 1, non me li sono mai immaginati finire come il Sordi del MITICO film "Il Presidente del Borgorosso FootBall Club"....

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  9. Per la domanda "c'è qualcosa che comincia a non funzionare più nel nostro sistema" concordo a pieno con quello che ho letto negli altrui post precedenti. Aggiungo che secondo me il Volley non può essere come che ne so, la musica o il cinema, e ora che ci penso, anche il calcio, o meglio tutto quello che ruota intorno alla semplice partita di calcio, squeste sono cose che possono conquistarti anche solo da spettatore, mentre il Volley, nel 99% dei casi, appassiona solo se se ne è vissuta, e in maniera positiva, una parte da vicino. Poichè il Volley è un gioco a squadre che, assieme agli altri giochi a squadre con lo stesso spirito sono sempre stati "alternativi" al calcio, in Italia l'unico gioco a squadre con risvolti sociali molto più complessi, con gli anni, si è perso il lato ludico/agonistico di questi sport a squadre alternativi al calcio e si è sviluppato eccessivamente quello agonistico/utilitaristico, cioè una specie di "imprinting calcistico" che ha distolto sport di squadra come il Volley dall'immaginario collettivo di "sport per passione" senza guadagnarne in quello di "sport come riscatto sociale". Ultimo, una critica alla FIPAV (italiana), come pensa di "coccolare" i suoi tesserati senza aver mai fatto uno straccio di giornale, io mi ricordo che a casa mia negli anni settanta arrivava la rivista delle federazione bocce, quella dello sci e quella degli scacchi, credo che ci sia anche il "csi" che manda un giornalino a tutti i tesserati, e la "TreVolteDiSeguitoCampioneDelMondoFIPAV" ??? ha mai speso un euro per farsi un po' di pubblicità nelle case dove magari c'è già qualcuno che può seminare? magari qualcuno penserà che saranno state puttanate, ma io da piccolo volevo provare a giocare anche a bocce e a scacchi solo perchè in casa giravano quei "notiziari". Ennò, la FIPAV pensa che è la Pallavolo che deve essere corteggiata dalle persone e non il contrario... diciamo che "se la tira" un po' troppo....
    Stare chiuso tutta la vita nella Torre d'Avorio non ha mai reso popolare nessun Principe Indiano.
    Ho finito, ciao a tutti.

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